Ognuno però in cuor suo sa, per propria esperienza, che è difficile abbandonare le vecchie abitudini. Ci vuole uno stimolo, un'energia molto forte per cambiare; allo stesso modo in cui avviene nei legami tra gli atomi, anche noi abbiamo bisogno di profonde e forti motivazioni per sganciarci dai nostri consolidati legami. E allora, architetti cari, arrivo al punto: sta a noi creare l'energia di cui abbiamo bisogno per credere nel nuovo, nel rinnovamento. Perché a noi? Perché noi trattiamo con lo spazio, con l'elemento immediatamente percepibile dall'uomo. Come il tempo, egli non ne può fare a meno; che egli ci viva dentro o che questi due aspetti (spazio e tempo) siano una sua proiezione mentale sulla realtà sta di fatto che sono le coordinate entro cui ci muoviamo, viviamo, giudichiamo ciò che ci piace da ciò che non ci piace; ciò che è positivo rispetto al negativo, e così via. Abbiamo quindi una responsabilità molto importante: quella di non perpetuare "spazi mummificanti", dove per mummificante voglio intendere la capacità di uno spazio di mantenere la coscienza appigliata alle sue consuetudini. Dico questo perché, per esperienza, ciascuno di noi sa che agli spazi associamo ricordi, pensieri, stati d'animo ed abitudini. Con questa consapevolezza dobbiamo sempre pensare ed operare nello spazio; con questa consapevolezza si manifesta in modo radicale l'importanza delle nostre scelte in Architettura. Non venite meno alla vostra responsabilità, architetti! a voi sta il coraggio di creare "spazi coraggiosi", prospettive nuove, che ispirino e motivino anche (e sopratutto) i non addetti al lavoro ad apprezzare, a credere nel rinnovamento. I filosofi sono i pionieri del pensiero di generazioni molto avanti a quelle in cui vivono; le loro visioni si insinueranno nell'opinione collettiva a differenti livelli a seconda di della sensibilità di ognuno, in modi che non possiamo prevedere e con conseguenze ignote. Non verranno capiti dai più nel loro periodo, e decenni dopo verranno lodati per la loro lungimiranza. Che razza di vita.. eppure in questo senso anche gli architetti sono filosofi, perché condividono il peso esistenziale di vivere mentalmente nel futuro ma fisicamente nel presente. Vivono la crisi in prima persona. Sono per così dire, dei filòcoroi (filos=amore e choros=spazio). E questo contrasto genera l'energia che porta a compimento l'idea, letteralmente una discesa (o un'ascesa, dipende dai punti di vista) dalla mente alla terra: è l'idea che si materializza fisicamente. E' Architettura. Certamente stiamo parlando di coloro che sentono la vocazione, sentono la necessità e la responsabilità del loro fare, non certo dei palazzinari che hanno creato il paesaggio alienante delle periferie in cui viviamo.
Ai filosofi il pensiero ed i concetti; agli architetti la materia e gli archetipi.
Siate architetti, siate onesti ed innovatori, perché nello spazio che creerete sta tutta responsabilità di influenzare le coscienze di ognuno verso il futuro; innestandogli fiducia, orrore o indifferenza. E quanto abbiamo bisogno di coraggio, di credere nel rinnovamento sociale e culturale nei nostri tempi, quanto oggi più che in passato...
Alfonso Menu
